Il tempo fragile degli eroi e degli
amori è ormai perso in un
bianchissimo scialle di seta che un
refolo di vento lo fa danzare sulla
linea del tempo fino a noi. Un sibilo
di seta dolcemente si accosta al
nostro orecchio raccontandoci di
Terre lontane, di imperatori romani
ormai perduti, cosa ci rimane di loro?
Un ricordo setoso. Seta come oggi,
come un tempo sentiamo il soave e
profondo suono di un liuto fatato con
corde di seta, che ci narra antiche
leggende fatte di uomini e donne
morti per essere liberi di credere di
agire e di pensare. Nel silenzio
dell’anticamera della storia migliaia
di parole vagano sparse senza meta
ne anima unite da un finissimo filo di seta.
Queste parole ci ricordano di
quanti desideri avevamo,
di quanti amori siano morti prima di nascere e
di quanti soffici veli di seta abbiamo
usato per coprire debolezze e paure di tutti i giorni.
La luna, con il suo volto pallido e
opaco, irradia morbidissimi riflessi
di miglia di arazzi di luci su onde
di un lago dove, come spiriti, volano
nel vento sottilissimi fili di seta
scomparendo nell’ombra di una notte
stellata. Manzoni, come un
cantastorie, racconta di come,
uomini e donne succubi di un destino
già predestinato, abbiano lottato per
amare, per vivere e per sognare. Tu
Seta, hai dato una speranza, una
via di fuga da un mondo
pieno di velenosi giudizi per quanto
hai sperato, per quanto hai lottato e
per quanto sei caduto. Chissà quante
persone attraverso la seta anno filato
allegria e cucito dolorosi ricordi di un
mondo ingiusto pieno di prepotenze
subite da uomini semplici.
Speranze degli uomini di ricucire
insieme migliaia di parole inutili
volate con il primo vento di ponente.
Sericina intrappolata dentro il sapone
capace come il filo di seta di guarire
ferite, dando così speranze e sollievo
a uomini obbligati da una realtà dura
e repressiva che è senza troppi
momenti di vera felicità. Seta, capace
di animare mercanti a percorrere
fiumi, montagne, deserti solo per
avere quel prezioso materiale tanto
lucente quanto elegante. Che questo
Poema suoni come la sete nel cuore
delle persone. Nelle mie migliori
utopistiche follie, sogno di avere le
mani di seta e di sedermi su un baco
e di suonare con la mia anima le
melodie migliori che posso regalare.
E desidero che le mie lacrime non
siano più cosi ruvide taglienti sul
mio volto, ma che scendano
dolcemente come seta. Immagino di
navigare su mari lucidissimi di seta e
di vedere nuotare accanto a me
delfini di stoffe colorate. In questo
mondo il sole è una seta araba stesa
ad asciugare che emana il suo calore
e la sua lucentezza. Seta nella mia
vita. Seta nella mia follia. Seta nelle
pagine di questa poesia. Come la luce
soffice del tramonto su un campo di
versi e di poesie belle e tragiche,
brutte e felici, piene di sentimenti
umani giusti o sbagliati sta a noi
deciderlo.