di Sofia Tamburnotti – Gospa Consulting
Da un paio d’anni a questa parte sono principalmente due i cambiamenti che più stanno impattando le nostre società in tutti i loro aspetti: lo sviluppo tecnologico , e più precisamente la diffusione e l’implementazione dell’intelligenza artificiale (IA) da una parte, e l’attenzione verso la sostenibilità dall’altra, come dimostra l’attribuzione di importanza all’obiettivo numero 13 dell’Agenda 2030 promossa dalle Nazioni Unite. Sempre di più le persone, soprattutto nelle società occidentali, cercano di acquistare prodotti che non danneggiano l’ambiente circostante; di conseguenza le aziende apportano dei ridimensionamenti interni usufruendo spesso proprio degli sviluppi tecnologici, con l’obiettivo di essere più ecosostenibili. L’integrazione delle tecnologie di IA con delle buone pratiche di sostenibilità può infatti portare ad innovazioni significative nella gestione delle risorse naturali, nell’ottimizzazione dei processi industriali, nella riduzione delle emissioni di gas serra e nella promozione di una crescita economica inclusiva e sostenibile. Una prova di quanto affermato è costituita dai progetti di “Google DeepMind” o “Microsoft AI for Earth”, i quali si dedicano ad aspetti specifici dello sviluppo sostenibile.
La prima iniziativa si concentra sull’efficienza energetica dei data center: gli sviluppatori hanno compreso che, attraverso gli algoritmi di machine learning per analizzare dati storici o in tempo reale, l’IA può essere utile per ottimizzare il sistema di raffreddamento. Il secondo progetto, invece, fornendo agli scienziati e alle organizzazioni piattaforme di cloud computing ed algoritmi per analizzare grandi quantità di dati ambientali, ha contribuito a migliorare la gestione delle risorse naturali, a proteggere gli ecosistemi ed a mitigare gli effetti del cambiamento climatico Questa nuova tecnologia è stata utilizzata anche in ulteriori ambiti, come nella viabilità, per diminuire l’inquinamento e l’inefficienza nelle città, oppure in agricoltura, per migliorare l’uso delle risorse e per ridurre gli sprechi.
Più precisamente, per supportare gli agricoltori sono stati ideati dei droni equipaggiati con sensori e algoritmi di IA, che permettono di monitorare le condizioni delle colture, rilevare stress idrici, malattie e infestazioni in tempo reale. In tal modo le aziende possono intervenire in modo mirato, migliorando l’efficienza dell’uso di acqua e fertilizzanti, aumentando la resa e riducendo l’impatto ambientale. Nonostante il potenziale dell’intelligenza artificiale per promuovere la sostenibilità, esistono diverse sfide e limitazioni che devono essere affrontate per sfruttare appieno i benefici di questa tecnologia. Uno degli aspetti più critici riguarda le questioni etiche ed i bias algoritmici, che possono influenzare negativamente l’equità e l’inclusività del behaviour dell’algoritmo stesso, quindi gli output di sua elaborazione. Infatti, gli algoritmi sono addestrati su grandi set di dati: se quest’ultimi contengono pregiudizi, gli algoritmi possono perpetrarli o addirittura amplificarli e ciò può portare ad atteggiamenti discriminatori di qualunque tipo. Basti pensare a situazioni come l’assunzione di personale, la concessione di prestiti o la gestione delle risorse, per le quali implementare la diversificazione e l’auditing periodico dei set di algoritmi permetterebbe di ottenere una migliore trasparenza nei processi decisionali. Per di più questi modelli tecnologici richiedono una quantità significativa di potenza di calcolo, che si traduce in un elevato consumo energetico. Per risolvere questo problema è necessaria la creazione di hardware specializzati, come le unità di elaborazione grafica (GPU) e appositi chip di intelligenza artificiale.
Tuttavia, Google e Microsoft hanno trovato una soluzione più semplice per ridurre l’impatto ambientale dei loro impianti dedicati allo sviluppo tecnologico: investire in data center alimentati da energia solare ed eolica (e nucleare)
Sintetizzando, è necessario comprendere che le sfide ed i limiti dell’intelligenza artificiale per la sostenibilità sono molteplici e complessi, ma affrontabili proprio grazie al ricorso, spesso, di questa stessa tecnologia (!) Infatti, quando si utilizza l’IA si deve considerare che essa dovrebbe essere innanzitutto uno strumento di aiuto e di supporto, per evitare un giorno di essere obbligati a riconoscere, come affermò Henry David Thoreau, che: “gli uomini sono diventati gli strumenti dei loro stessi strumenti”. Di conseguenza è essenziale che sviluppatori, ricercatori, aziende e governi lavorino insieme per garantire che l’IA possa essere utilizzata in modo etico, equo e sostenibile. L’alternativa, cioè la mancanza di intesa e di obbiettivi comuni positivi per la più larga fetta della popolazione umana, è semplicemente insostenibile.