Un racconto di Giorgia Castelli
Era una sera piovosa a Parigi, lampi e tuoni si abbattevano sulla scuola di danza. Camilla, Leonardo, Tommaso e Matilda stavano giocando ad un videogioco quando, ad un certo punto, un fulmine si schiantò sul tetto dell’edificio, i ragazzi presero la scossa e svennero.
Si svegliarono poco tempo dopo nel tronco di un albero, in un grande letto a baldacchino.
Erano nella casa di Mud, un piccolo elfo, bruttino, molto basso, con grandi e sproporzionate orecchie a punta, vestito con buffi abiti verdi.
I ballerini lo riconobbero subito: era il protagonista del videogioco a cui stavano giocando prima di svenire.
Mud gli spiegò come fare per tornare a casa: dovevano giocare, se avessero superato un ostacolo, avrebbero guadagnato cento punti. L’obiettivo è arrivare al Tempio delle Patate con mille punti altrimenti avrebbero dovuto ricominciare dall’inizio.
Per aiutarli l’elfo gli diede una borsa contenente un flauto, un sacchettino di pelle con dentro della polvere argentea, una bottiglietta di vetro con un liquido verde e una mela. “Questi oggetti vanno usati solo per grande necessità”, disse Mud.
Il flauto era utile nel caso servisse della musica durante il percorso (bastava scuoterlo e iniziava a suonare da solo), la polvere per volare, il liquido verde per cambiare forma o dimensione (alto, basso, grande, piccolo…) e la mela per diventare intelligenti come Albert Einstein.
I ragazzi partirono.
Poco dopo arrivarono al limite di un burrone e per attraversarlo c’era solo un piccolo ponticello traballante. In un primo momento pensarono di usare la polvere argentea, ma poi cambiarono idea; magari ci sarà un’altra necessità di volare, così, sfruttando il loro equilibrio di ballerini, riuscirono ad arrivare dall’altra parte e guadagnare i loro primi cento punti.
Dopo un’intensa ora di camminata si trovarono davanti ad un’enorme giungla che dovevano attraversare. Si addentrarono piano piano tra gli alberi, ma si accorsero di non essere soli: c’erano migliaia di scimmie urlanti che saltavano di qua e di là facendo una confusione terribile. Fecero per tornare indietro, ma gli alberi si erano avvicinati per bloccare il passaggio. Decisero di bere il verde liquido per diventare dei giganti e superare la giungla senza problemi.
Un oggetto magico era andato; erano a duecento punti e ancora otto prove da affrontare.
Nelle successive cinque sfide se la cavarono a meraviglia, senza nessun oggetto d’aiuto.
Nella sesta prova dovevano entrare nella casa delle streghe più cattive di tutti i videogiochi ed uscire sani e salvi. Queste streghe odiavano il ballo, i colori sgargianti, l’allegria e il loro cibo preferito erano bambini allo spiedo. Avevano solo un punto debole: la musica, appena sentivano una nota, iniziavano a cantare a squarciagola e non riuscivano più a muoversi.
I ballerini non fecero in tempo ad entrare, che le streghe li stavano già rincorrendo con le loro scope. Essendo molto più veloci dei poveri bambini, in pochissimo tempo li catturarono tutti e quattro e li rinchiusero in una gabbia gigante al centro della stanza. Poi, molto contente e indaffarate, accesero il fuoco, presero alcuni grandi spiedi e iniziarono a cucinare viscide salse e altre schifezze da accompagnare ai bambini. Ma, approfittando di una distrazione delle malefiche, Leonardo prese il flauto magico, lo scosse e lo lanciò in mezzo alla stanza. Il flauto cominciò a suonare ad altissimo volume e le streghe iniziarono a cantare così i ragazzi riuscirono a scappare da quella casa.
Pochi metri dopo incontrarono una sfinge che gli pose un indovinello. Se avessero risposto in modo errato sarebbero dovuti tornare al punto di partenza senza due oggetti magici: “Chi, vedendo la cifra 1, pronuncia 5?”. Provarono a risolverlo con la loro intelligenza, ma niente. Così Camilla, decise di mangiare la mela, ci pensò un po’ e poi rispose decisa: ”Chiunque legga un orologio con le lancette!”. La sfinge si arrabbiò molto, ma non aveva scelta: doveva lasciarli passare!
Dopo una decina di minuti di camminata in mezzo al bosco, si ritrovarono davanti al grande e maestoso Tempio di Patate! Era gigantesco e con una grande patata come porta, vicino alle scale c’erano delle piccole piante di patate e sui muri erano dipinte patate di ogni genere.
Tommaso fece un salto in avanti, ma al posto di atterrare su una superficie dura, iniziò a sprofondare: non si erano accorti che per arrivare al tempio dovevano attraversare una palude abitata da coccodrilli!!!
Matilde aprì velocemente la borsa e, prima che l’amico sprofondasse completamente, prese la polvere argentea e la sparse su di lei e i compagni che iniziarono a volare. Dopo aver salvato Tommaso, si divertirono un po’ facendo acrobazie e capriole, poi scesero e atterrarono davanti alla porta del tempio. Sulla porta c’era una scritta: “vuoi fare un’altra partita?”, i ragazzi premettero insieme il tasto “NO” e svennero.
Quando si svegliarono erano nella loro stanza.
Appena aprirono gli occhi spensero il videogioco e lo misero nel cassetto: ci sono altri modi per divertirsi. Presero tutti un libro e iniziarono un’altra avventura!!!