di Francesco Cirillo – Go-spa Consulting
Con le elezioni concluse e la vittoria di Donald Trump, che il 20 gennaio inizierà il suo secondo mandato presidenziale, per la nuova Amministrazione USA è fondamentale comprendere il rapporto quasi simbiotico tra le Big Tech statunitensi e il suo apparato industriale-militare. Come è stato affermato in un paper pubblicato dal Watson Institute for International and Public Affairs della Brown University, negli ultimi anni, soprattutto con l’amministrazione Biden, il legame è divenuto maggiormente strutturato e complesso.
Il dilemma principale per le agenzie d’intelligence e il Pentagono in questo momento è come integrare gli strumenti di intelligenza artificiale (A.I.) all’interno delle agenzie federali per supportare il lavoro degli analisti d’intelligence e delle forze armate americane. Recentemente alcune Big Tech hanno iniziato a rilasciare le versioni dei loro tool, come Google con Gemini. Ultimamente l’azienda di Montan View ha annunciato che nel 2025 verrà rilasciata una versione di Gemini in grado di poter lavorare in ambienti “classificati” (coperti dal segreto militare)
Un rischio importante connesso a questa pratica è però legato alla gestione di dati sensibili. Negli incontri tra aziende e apparati, quindi, è stato assicurato che l’utilizzo delle informazioni “classificate” sarà possibile solamente agli analisti delle agenzie federali e che non verranno utilizzate da Google o rese pubbliche. Un altro importante accordo è quello siglato tra Anthropic e Palantir Technologies con AWS (Amazon Web Services) per dotare le agenzie governative statunitensi dell’accesso e dell’integrazione dei modelli AI Claude 3 e 3.5 nei sistemi AWS, in dotazione all’intelligence e al Dipartimento della Difesa di Washington. La partnership, secondo quanto riferito dai leader delle compagnie coinvolte, che integrerà i modelli Claude all’interno della Piattaforma AI di Palantir Technologies, punta a migliorare la sicurezza e facilitare le operazioni governative con il fine di efficientare le capacità di analisi di enormi quantità di dati e supportare le decisioni in situazioni critiche. Al momento solamente l’agenzia DISA (Defense Information Systems Agency) ha accesso al modello Claude sulla piattaforma AI di Palantir. Non di meno è l’uso da parte dell’AFRICOM (Comando degli Stati Uniti per l’Africa) del tool ChatGPT e delle altre applicazioni AI di OpenAI. Per il Comando militare USA, secondo quanto ha rivelato The Intercept (da un documento ottenuto), l’AFRICOM considera questi strumenti essenziali per le sue operazioni e per l’analisi e l’estrazione di informazioni in campo operativo.
L’integrazione dei modelli AI delle Big Tech mostra il forte legame tra le aziende Tech statunitensi e le agenzie federali, con l’opportunità – per quest’ultime – di avviare rapidamente la digitalizzazione del settore pubblico degli Stati Uniti. Al contempo persiste l’altra faccia della medaglia: il rischio che legarsi ancora di più ai servizi delle Big Tech potrebbe comportare uno squilibrio nelle relazioni tra il governo statunitense e le big tech private, come nel caso di Palantir Technologies. Secondo quanto riferito dalla ricerca della Brown, esiste una probabilità crescente che aziende HiTech possano nel prossimo futuro acquisire contratti della Difesa americana, diventando le “nuove Raytheon e Lockheed”. Quali quindi i possibili scenari futuri?
Da un lato, il rapporto con le Big Tech potrebbe trovare un equilibrio con il governo federale, garantendo una sinergia e una connessione significativa per la sicurezza nazionale e per il mantenimento del vantaggio tecnologico. Dall’altro il Governo Federale, nel caso inizi a regolamentare il settore dei tool AI e le loro Big Tech, potrebbe obbligare le compagnie ad erogare i loro servizi all’apparato pubblico in via esclusiva, in cambio di maggiore deregolamentazione ed esenzioni fiscali. La maggior capacità delle Big Tech nel campo della Ricerca & Sviluppo potrebbe però anche consegnare a queste ultime un enorme potere contrattuale per ottenere appalti governativi ed acquisire un’influenza politica ancora maggiore nei “corridoi di Washington D.C”
.
Nell’attuale contesto e nel periodo della transizione tra l’Amministrazione Biden e la nuova Amministrazione Trump II, il ruolo delle Big Tech diventa fondamentale per i programmi di modernizzazione, fortemente voluti sia dal Dipartimento della Difesa che dall’Intelligence statunitense. Il dilemma amletico rimane: come sarà il complesso militare-industriale tra un decennio? Solo il tempo e le politiche che verranno implementate nei prossimi anni potranno dircelo.