di Gemma Mastrantoni – GO-SPA CONSULTING SRL
L’analisi dei dati sta diventando sempre di più il pane quotidiano di finanza ed economia e pian piano lo diventerà anche per il mondo medico-sanitario. La fusione tra l’analisi dei dati e la medicina può portare al marketing sanitario: in questa branchia i dati rappresentano l’oro del presente e del futuro! Sempre di più, infatti, statistica e medicina si stanno fondendo per poter testare l’efficacia o meno di una terapia o la scoperta delle dipendenze di alcuni fattori. Ancora non si è capita completamente l’importanza dell’analisi dei dati associata al campo medico. In un’ottica strategica di evoluzione dell’utilizzo dei dati clinici e sanitari ad oggi già disponibili, utilizzando i sistemi di analisi statistica delle informazioni di tipo sanitario, questi, potrebbero rivelarsi una grande, se non l’unica, soluzione risolutiva di molte problematiche aperte. Anche dal punto di vista economico vi sarebbe un risparmio evidente utilizzando questi dati per la pianificazione strategica dei bisogni in materia di salute e benessere. Ciò sarebbe profittevole anche sotto il punto di vista dei servizi: dalla prevenzione di molte malattie (fino ad arrivare ad eventuali pandemie!), alla possibilità di intervento in tempo reale avendo attuato uno studio a priori su ognuna di queste. L’analisi dei dati può portare alla comprensione di fenomeni nuovi che possono essere base di ricerca in termini di programmazione in un settore così strategico. Il problema più grande che riscontriamo è che i dati clinici e sanitari non sono quasi mai stati considerati strategici. Ci sono diverse lacune in Italia rispetto a questo potenziale. Permangono forti limiti a una gestione ottimale dei dati sanitari (siamo tra gli ultimi posti in Europa per questo aspetto), emersi prepotentemente con la pandemia da Covid-19. Un esempio basilare all’interno degli ospedali è proprio lo sviluppo delle cartelle cliniche create con standard differenti perché i sistemi informatici non sono allineati con le good clinical practice e le normative regolatorie. Sembrano mancare gli strumenti e una strategia comune. Riguardo alla privacy i dati statistici vengono raccolti in forma strettamente anonima. Questo lo possiamo assolutamente affermare visto che anche la statistica segue codici di deontologia e buona condotta. Il garante per la privacy con provvedimenti legati al regolamento UE 2016/679 verifica la conformità sulla protezione dei dati personali. Per questa ragione i pazienti, i medici, gli ospedali, le case farmaceutiche coinvolte possono fornire i dati con la sicurezza dell’anonimato. La finalità statistica, infatti, implica che il risultato del trattamento per statistiche non siano dati personali singoli ma aggregati e che il risultato stesso non possa essere utilizzato a sostegno di misure o decisioni riguardanti persone fisiche specifiche. Naturalmente non si può tralasciare l’aspetto economico, essendo la sanità non finanziata adeguatamente ed ancor meno la digitalizzazione sanitaria. Il fatto è che si stanno perdendo occasioni di migliorare la salute e il campo sanitario. Tutto ciò perché attraverso i dati clinici si può capire anche l’efficacia della spesa.
Ad oggi quasi nessuno analizza la spesa dell’attività clinico-ospedaliera in relazione al risultato ottenuto; questo attualmente si fa solo per studi ad hoc e non sistematici. Al contrario, si potrebbe ottenere un risultato ottimale, soprattutto sotto il punto di vista economico, se si collegassero i dati di spesa e degli investimenti agli outcome classici, con l’obiettivo di capire se un investimento sta dando i risultati programmati. La salute non deve essere considerata un costo, piuttosto un investimento. L’investimento ideale sarebbe quello di applicare la statistica nei diversi settori medici, ma il punto di svolta lo darebbe la corretta lettura dei dati analizzati. Per fare un esempio concreto possiamo far riferimento al caos creato dalla lettura non corretta degli effetti collaterali di alcuni vaccini Covid-19, non mettendo a confronto il dato ma dandolo come valore assoluto (cosa che in statistica non si può fare perché non fornisce risultati corretti ed esaustivi). In particolare si è detto che i vaccini anti Covid, specialmente alcuni, hanno un’incidenza di eventi trombotici altissima senza vederne il dato messo a confronto. Bisogna invece mettere a confronto questo dato per far capire l’importanza della lettura delle analisi. La pillola anticoncezionale può causare 200 eventi trombotici su 1 milione di donne che l’assumono, eppure nessuna donna ha mai pensato di rinunciarvi, e non stiamo parlando di un farmaco salvavita. Mentre i vaccini anti Covid-19 hanno un’incidenza di eventi trombotici pari a 6-7 casi su un milione di vaccinati. Parliamo di 200 casi messi a confronto con 6-7 casi ovvero del 31% in più dei casi! Tutto questo per sottolineare l’importanza della lettura del dato e dell’analisi completa delle informazioni. Dal punto di vista economico questo connubio porterebbe ad un risparmio e ad un efficientamento delle risorse, perché attraverso la pianificazione i costi non avrebbero i picchi come quelli osservati durante la pandemia da Covid-19. In conclusione l’analisi statistica dei dati applicata all’ambito medico porterebbe grandi risultati per la salute dei pazienti, un valido aiuto per i medici ed un buon monitoraggio per chi si occupa della spesa nazionale ed internazionale. E’ pertanto ora di introdurla in maniera sistematica all’interno dei sistemi sanitari!