di Giulia Calzolari – Go-Spa Consulting
A causa della forte volatilità che sta caratterizzando il contesto economico, geopolitico ed energetico attuale, i mercati mondiali si trovano anch’essi ampiamente coinvolti all’interno di una fase di mutamento che genera forti impatti sul fronte ambientale, economico e sociale. L’innalzamento del costo della vita, l’emergenza nel reperimento delle materie prime e la criticità nel coordinamento di partnership tra potenze governative sono i principali fattori di generazione di crisi, elementi che incidono soprattutto sulla qualità della vita dei singoli cittadini e sulla redditività delle piccole e medie imprese.
A fronte della necessità di porre un limite all’esponenziale incremento dei costi energetici ed in virtù dei principi della sostenibilità e della responsabilità sociale, è nato un modello comunitario basato sulla produzione, condivisione e consumo di energia derivante esclusivamente da fonti rinnovabili: le Comunità Energetiche Rinnovabili, dette CER. Con l’obiettivo di svincolare intere aree territoriali (come aggregazioni di Comuni o singole Province) dalla dipendenza energetica del mercato libero nazionale, le CER rappresentano modelli comunitari di scambio energetico regolati secondo i principi dell’economia circolare (la cosiddetta Circular Economy) e della teoria LCA, ovvero Life Cycle Assessment, un metodo di analisi orientato alla quantificazione e qualificazione degli impatti di un qualsiasi soggetto/ente verso l’ambiente e la salute umana.
Ai fini della costituzione di una Comunità Energetica Rinnovabile, è necessaria la partecipazione congiunta di una pluralità distinta di soggetti, quali enti pubblici e privati, attività imprenditoriali e singoli cittadini. All’interno della CER sono chiamati a partecipare i producer, ovvero i partecipanti della comunità, responsabili della produzione di energia rinnovabile mediante i propri impianti, nei confronti dei consumer, destinatari finali dell’energia rinnovabile distribuita all’interno della rete. Grazie a questo virtuoso processo di produzione, scambio e consumo di energia, nasce la nuova figura di prosumer, in quanto la partecipazione ad una CER non permette solamente la distribuzione della propria energia verde in eccesso, ma garantisce bensì di usufruire dell’energia immagazzinata dall’impianto di un altro membro, avviando un virtuoso scambio reciproco di risorse. Risultato? Si limita allo stretto necessario la generazione di sprechi di energia.
Le CER potrebbero dunque essere la prova che il concetto di sostenibilità sociale ha pienamente superato quello di sostenibilità ambientale? Le Comunità Energetiche Rinnovabili nascono come forma aggregativa per l’incentivazione alla produzione di energia verde e alla normalizzazione della presenza di impianti rinnovabili nel contesto paesaggistico limitrofo ai centri abitati. Ciononostante, ad oggi i benefici derivanti dalla costituzione di una CER generano ulteriori benefici anche in campo sociale e comunitario. Sono i Comuni i veri protagonisti delle scelte energetiche del proprio territorio, padroni della possibilità di costruire una vera e propria rete per collaborare attivamente con altri stakeholders e scambiarsi esperienze di condivisione. Lo sviluppo della comunità, l’equa distribuzione delle risorse e la lotta alla povertà energetica sono tra l’altro tutti obiettivi definiti all’interno degli SDGs (Sustainable Development Goals) dell’Agenda 2030 definita dalle Nazioni Unite per sostenere lo sviluppo sostenibile e la transizione ecologica mondiale.
In particolare, nel lariano, il Comune di Premana ha ufficialmente istituito una Comunità Energetica Rinnovabile basata sul duplice obiettivo del raggiungimento dell’indipendenza energetica e del miglioramento della manutenzione paesaggistica del proprio territorio. L’ingegnere energetico Marco Gianola, responsabile del progetto presso il Comune ha confermato i benefici derivanti dal processo virtuoso della condivisione e scambio di energia rinnovabile da impianto fotovoltaico all’interno della comunità. L’esperto ha dichiarando di voler ulteriormente valorizzare le risorse di biomasse ai fini della manutenzione del bosco, con la realizzazione di installazioni micro-idroelettriche poste sulle condotte dell’acquedotto comunale. L’Assessora all’Ambiente, Mobilità e Pari Opportunità del Comune di Lecco, Renata Zuffi, ha recentemente annunciato l’avvio dell’iter di costituzione della prima CER comunale entro la fine del 2023. Con l’obiettivo di indagare la volontà e l’interesse alla partecipazione alla Comunità Energetica, è stata realizzata un’indagine, sotto forma di questionario, diffusa direttamente dal sito della Camera di Commercio Como-Lecco, consultabile e compilabile da qualunque soggetto o ente. Il questionario ha restituito in totale sessanta risposte, di cui il 32% composto da aziende, il 21% da associazioni, un ulteriore 21% da privati, un 16% da enti pubblici e, infine, un 10% da altri rispondenti (vedi grafico a torta sotto riportato).
Sulla base dei quesiti posti all’interno del questionario, è stato possibile affermare che l’81% dei rispondenti risulta essere interessato a partecipare alla CER lecchese come consumer di energia rinnovabile, l’84% è interessato a partecipare anche in veste di prosumer, il 71% ha dichiarato di possedere terreni e/o coperture disponibili ai fini comunitari, mentre il 76% ha dichiarato di possedere attualmente le disponibilità finanziarie necessarie per la realizzazione di un impianto.
Il ricevimento di feed-back altamente positivi ed incoraggianti da parte dei rispondenti ha descritto uno scenario in grado di far prevedere un forte coinvolgimento della comunità lecchese al progetto di costituzione di una futura CER.
In fondo, il driver principale che guida la filosofia di una comunità energetica è sicuramente legato al concetto di relazione e di fiducia, due parole chiave protagoniste del progressivo cambio di mentalità della società odierna. È, infatti, in corso un’importante rivoluzione del concetto di condivisione nei confronti della “risorsa energia”, non più vista come una semplice merce, ma come un bene comune a vantaggio di un’intera comunità, in grado di apportare vantaggi di efficienza energetica e di sostenibilità in senso ampio.
Fonte: “Energia ed Energie per il Territorio Lariano”, Progetto SMART, Camera di Commercio Como-Lecco, p.19, N.3, gennaio 2023.