Di Alessandro d’Andrea di Pescopagano – Go-Spa Consulting
Un famoso aforisma, spesso citato quando si parla di crisi economiche e finanziarie mondiali, recita che “un battito delle ali di una farfalla in una parte del mondo può provocare uno tsunami nella parte opposta”. Per uscire dalla citazione letteraria, e tornare nel mondo reale, ciò significa che la cosiddetta “globalizzazione” ha creato negli ultimi decenni legami stretti ma a volte imprevedibili fra le varie parti di un mondo sempre più interconnesso. Possiamo ripercorrere alcuni esempi dell’ultimo ventennio. Nel 2007, la crisi dei sub prime scuote gli Stati Uniti e si propaga rapidamente nel resto del mondo. Con meccanismi finanziari sofisticati quanto pericolosi, alcune istituzioni americane trasformano i mutui stipulati dalle famiglie americane per acquistare le proprie abitazioni in strumenti finanziari derivati ad alto rendimento e alto rischio. Come in un perverso gioco del domino, quando il primo investitore, che ha acquistato tali strumenti, reclama il proprio denaro, si innesca la catena dei rimborsi che non possono essere soddisfatti, provocando il crollo di stimate e apparentemente solide istituzioni finanziarie. La crisi di liquidità si propaga in breve negli Stati Uniti e negli altri paesi finanziariamente più evoluti ed una delle più famose banche americane, Lehman Brothers, viene lasciata fallire: a volte anche gli americani applicano il detto maoista del “colpirne uno per educarne cento”.
Le autorità monetarie dei vari paesi, le Banche centrali, (Federal Reserve negli USA; BCE nell’area Euro) intervengono con un’idea molto semplice: per scongiurare le crisi di carenza di liquidità è necessario invadere il mercato di moneta e portare i tassi di interesse (il costo del denaro) molto vicino allo zero, così chiunque potrà ottenere denaro senza pagarlo e la crisi finanziaria non si trasformerà in crisi economica. Ma si sa, i battiti d’ali delle farfalle sono sempre in agguato, e quando essi stessi assomigliano più ad uno tsunami, i guai si diffondono rapidamente. Nel 2020, l’epidemia di Covid, originata come ormai noto in Cina, si diffonde presto in tutto il mondo. I sistemi produttivi rallentano, il commercio internazionale si blocca, e il mondo entra in una fase di stallo. Nel 2021 le economie ripartono, dapprima un po’ lentamente e poi sempre più in fretta. Ma le catene distributive non si rimettono in moto alla stessa velocità, in particolare perché la Cina, da cui proviene una massa enorme di componenti produttivi delle industrie occidentali, è ancora chiusa e la produzione stenta ad accelerare. Da qui una prima impennata dei prezzi di alcuni prodotti in Occidente, come i microchips. Ricordate la mossa post Lehman di azzerare i tassi di interesse? Ebbene, le Banche Centrali si muovono esattamente al contrario di allora e alzano i tassi di interesse: questa mossa dovrebbe raffreddare le economie, provocare la discesa dei prezzi rallentando l’inflazione, vista da molti come il peggiore dei mali. Aumentando i tassi di interesse, aumentano anche le cedole dei bond governativi a tasso fisso (siano italiani, tedeschi o americani) di nuova emissione; i risparmiatori iniziano a vendere i vecchi titoli in portafoglio per rivolgersi ai nuovi, più redditizi. Per la legge della domanda e offerta, i prezzi dei titoli di Stato (di vecchia emissione) diminuiscono e chi ne ha molti in portafoglio subisce a quel punto una perdita di valore nel proprio portafoglio. Se non è necessario vendere questi titoli, nulla accade, ma se si è costretti per qualche motivo a vendere, si realizza la perdita. La vicenda della Silicon Valley Bank (SVB) ha origine nel contesto appena descritto. La SVB è una banca di medie dimensioni (specializzata nel finanziamento delle imprese del settore tecnologico), che disponendo di grosse riserve liquide, ha nel tempo acquistato notevoli quantità di titoli del Tesoro americano (i Treasury Bond). Nel corso dei 2022 si verifica, però, la tempesta perfetta:
- Le società tecnologiche entrano in crisi e iniziano a richiedere a SVB parte dei loro depositi per fronteggiare la crisi di liquidità.
- Il rialzo dei tassi di interesse comporta la violenta caduta dei prezzi dei Treasury Bond (bond governativi americani), detenuti da SVB.
- La SVB si trova costretta a smobilizzare parte dei Treasury in portafoglio, realizzando le perdite dovute al crollo dei prezzi.
- Si scatena sul mercato il timore che la banca non possa far fronte ai propri impegni, di conseguenza nel giro di una settimana SVB viene dichiarata fallita.
Grazie all’intervento del governo americano, che è immediato, la banca si è fatta carico di rifondere i correntisti. Il pensiero torna alla situazione del 2009 e alla crisi di Lehman, con la domanda che tutti si fanno in questi casi: ci saranno ripercussioni negative anche in Europa e quindi in Italia? E se sì, di che portata?
In realtà, la crisi della SVB non è in alcun modo paragonabile a quella del 2009. Allora l’intero sistema finanziario mondiale era saturo di strumenti speculativi e, per l’effetto domino, quando un soggetto importante dello scenario entrò in crisi, molti altri lo seguirono. La crisi della SVB è invece circoscritta agli Stati Uniti e in particolare al settore tecnologico. Inoltre, il pronto intervento delle autorità federali ha scongiurato l’ampliarsi della crisi e quindi ha spento sul nascere il rischio contagio. È abbastanza improbabile che vi siano ripercussioni per le banche e i risparmiatori italiani. Il Ministro per l’Economia Giorgetti si è affrettato a precisare che il sistema dei controlli del nostro sistema bancario è più efficiente di quello americano. Ma, come detto, in questo caso è proprio la natura della crisi ad essere diversa, ed è molto probabile che le Autorità americane non abbiano commesso alcun errore di vigilanza. Tutto bene quindi? In questa specifica circostanza probabilmente sì. Ma le vicende di questi ultimi anni e il caso più recente di SVB dimostrano che l’equilibrio dei sistemi economici e finanziari è sempre più precario, e che un uso eccessivamente aggressivo dello strumento dei tassi di interesse, al rialzo o al ribasso, così come della liquidità ha delle ripercussioni imprevedibili, esattamente come nella storiella della farfalla e dello tsunami.