Il 19 novembre e il 4 dicembre le prime due presentazioni al pubblico
Le chiamano sliding doors e sono quegli eventi improvvisi, impossibili da preventivare, anticipare e modificare in grado di cambiare in modo repentino il percorso di una vita intera. Alberto Stucchi, Albi per gli amici, è entrato in una di quelle porte scorrevoli il 15 novembre 1992. Ce lo ha spinto una malattia subdola, aggressiva e cattiva, con un nome difficile anche da pronunciare. Per 14 anni, Alberto, era stato un bambino e un ragazzino vivace, a volte perfino incapace di stare fermo. Lui e la sua famiglia si sono trovati improvvisamente a fare i conti con una nuova condizione di vita. La famiglia Stucchi e Alberto hanno scelto di affrontare la seconda vita di Albi combattendo, giorno dopo giorno, con grandi fatiche, ma senza arrendersi mai. Una forza di volontà che ha pochi eguali quella di Albi Stucchi di Erba.
Una forza e un coraggio che lo hanno portato a compiere imprese sportive impensabili non solo da chi vive da trent’anni muovendosi solo su una carrozzina. Lo sport come rivincita e riscatto, come passione e occasione di incontro con le persone. Così Albi ha girato il mondo praticando immersioni, si è lanciato con il paracadute, ha macinato chilometri e chilometri sulla handbike, praticato atletica, basket in carrozzina, fatto gare di canottaggio, gioito e sofferto seguendo il Milan.
Questa straordinaria lezione di vita ora è diventata anche un libro, che racconta il passato e il presente di Albi, una sfida continua contro tutti e contro tutto. Un messaggio forte, che vuole arrivare dritto al cuore di tante persone, che grazie all’esempio di Alberto possano affrontare le difficoltà quotidiane con ancora più energia. Perché ognuno ha una croce da portare nella vita. Albi, negli ultimi trent’anni, se l’è caricata sulla carrozzina la sua croce. Così ha trovato la sua indipendenza e ha vissuto finora una vita piena, con le sue passioni, il suo lavoro, la sua famiglia e i suoi amici. Alberto Stucchi non è mai stato solo nella vita e questa è forse anche la sua forza. Anche in questo libro ha chiesto e ottenuto il pieno sostegno e la collaborazione di alcuni amici speciali. Ad iniziare da due donne, Luisa Canali e Franca Farina Pasquino Prati della Scuola San Vincenzo di Erba, senza le quali il progetto non si sarebbe mai concretizzato. Da Paolo Annoni, giornalista e amico di vecchia data, che ha curato la progettazione e la prefazione del libro e da oltre 200 persone che lo hanno scritto con Alberto attraverso le loro testimonianze. Lettere, email, ma soprattutto tantissimi messaggi WhatsApp di chi ha percorso un tratto di strada con Albi Stucchi, prima o dopo la sua seconda vita, tutti pubblicati all’interno del libro.
L’intendo di Stucchi è ora fare conoscere la sua storia attraverso una serie di presentazioni pubbliche per raccogliere anche contributi da devolvere in beneficenza. Le prime due sono già state programmate: Sabato 19 novembre alle 17.30 nell’Auditorium dell’Istituto San Vincenzo a Erba (via Garibaldi 54), e al Cafecchio Living Bar di Cantù (piazza Orombelli e Contadini di Fecchio) domenica 4 dicembre alle 18.SEE ALSO
“La mia seconda vita – La storia di Alberto Stucchi” è edito dall’Istituto San Vincenzo ha il patrocinio della Città di Erba, Assessorato alla Cultura, il contributo di Banca Generali Private – Associazione LarioIN, Farmacia Tili, Danio Bianchi, Cesare Diotti, Primo Nespoli e tanti altri. Impaginazione e stampa a cura di “Scriviamo La Tua storia” – DAF Mit srl. Il ricavato dei contributi donati per il libro, escluse le spese vive verrà devoluto ad associazioni ed enti locali.