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Oggi mettiamo il focus su una problematica che coinvolge spesso la nostra vita e a volte non ci permette di affrontare con serenità la giornata che ci aspetta. Si tratta del ”mal di collo”, comunemente chiamato, ma conosciuto come cervicalgia, e della sintomatologia correlata dal
dolore costante e spesso lancinante.
Le indicazioni date di seguito non vogliono sostituire diagnosi e trattamento medico ma possono fornire alcune utili suggerimenti per portare sollievo, anziché peggiorare la situazione, se ad esempio pratichiamo un massaggio senza le esatte nozioni.
La cervicalgia interessa il collo e la parte alta della schiena. Può essere accompagnata da vertigini, nausea ma anche da disturbi della vista e dell’udito. Il collo è molto delicato e soggetto a flessibilità e libertà di movimento e proprio per questo molto
sollecitato e di conseguenza spesso dolente.
Invecchiamento e altre patologie lo irrigidiscono come nel caso dell’artrosi, degenerazione cronica, che non va trascurata perché progressiva e peggiorativa e colpisce anche soggetti giovani, le donne sono più a rischio. Nei giovani, in particolare, spesso il dolore è causato da cattive posture
protratte in ambiente lavorativo. Chi lavora per ore davanti a un monitor e utilizza il mouse con la mano destra va incontro nel tempo a fastidiosi dolori cervicali o cervico-dorsali.
Il muscolo che lavora come un elastico, si adatta alla posizione assunta, si accorcia e quindi si contrae, con il risultato di avere un ridotto apporto di sangue e di ossigeno. Incomincia quella fastidiosa sensazione di dolore e bruciore e appaiono i sintomi sopra descritti a cui può aggiungersi mal di testa e formicolii alle dita della mano. Gli americani la chiamano mouse arm syndrome, cervico-brachialgia da uso del mouse.
Entrando nello specifico, oltre ai sintomi citati, si può dire che inizialmente si può avere solo la sensazione di rigidità e il dolore può comparire anche più avanti e la parte infiammata può far dolere anche spalle e braccia.
Per meglio comprendere, le vertebre sono numerate da 1 a 7 e precedute dalla lettera C. Le problematiche C1 e C2 solitamente provocano emicrania, cefalea, capogiri e nausea. Da C3 a C7 il dolore può estendersi al braccio e alla mano (formicolio, intorpidimento).
Come detto, le cause sono varie: traumi, stiramenti, contratture, ernia cervicale, artrosi, postura scorretta, stress, vita sedentaria. Proprio perché le cause possono essere diverse, è essenziale farsi valutare dal medico, eseguire una serie di esami diagnostici e affidarsi alle cure di un fisioterapista
o osteopata.
Il ricorso ai farmaci antinfiammatori aiuta ma non può essere l’unica soluzione, la prevenzione come sempre gioca un ruolo importante. Come accennavo, gli antidolorifici possono dare supporto, come pure i diversi preparati omeopatici o fitoterapici, la mesoterapia (sia con farmaci che con preparati naturali), l’agopuntura (praticata sempre più spesso in molti ospedali), ma per quest’aspetti vi invito a consultare sempre un medico esperto.
Tra i rimedi pratici la crioterapia può essere d’aiuto: si applica sulla parte una borsa di ghiaccio avvolta da tessuto. Il trattamento deve essere effettuato ad intervalli di 5-10 minuti per circa 48h dopo di che si fanno impacchi caldi o si può tenere in loco un piccolo termoforo (borsa di acqua calda).
Un altro sistema, usato in medicina cinese, anche per i reumatismi, è l’uso del sale caldo:
• Scaldare 1kg di sale in padella.
• I granelli sono caldi se “scoppiettano”
• Mettere il tutto in una federa o in una sacca di tessuto e appoggiarla sulla parte colpita.
• Lasciare in loco fino a che il sale torni a temperatura ambiente.
Ho sperimentato personalmente questa metodica ed è molto efficace. Si deve però porre
attenzione alla temperatura del sale a contatto con la cute perché la temperatura percepita
potrebbe sembrare meno calda di quella che è in realtà.
Ottimi, più gestibili e di facile preparazione sono i sacchetti contenenti semi di lino, pula di farro
(antinfiammatoria), noccioli di ciliegia, che potete riscaldare in forno a bassa temperatura o sul
termosifone.
Per migliorare il dolore notturno potete provare a dormire senza il supporto del cuscino, anche se
è reputato da voi “sottile”.
Alcuni comportamenti quotidiani, possono aiutare a prevenire il problema. La corretta dieta è un
passo importante. Deve essere varia ed equilibrata per permettere anche ai muscoli di non
perdere tonicità e ben sostenere il collo e la testa. I cibi da evitare sono: le bevande alcoliche,
caffè, tè, zucchero, cereali raffinati, burro, margarina, salumi, insaccati, cibi industriali, limitare il
consumo dei formaggi stagionati (escluso il parmigiano per l’apporto di calcio).
Altri comportamenti da evitare:
• Non sollevare pesi con un solo braccio
• Non leggere a letto
• Non tenere il telefono tra spalla e collo
• Non guidare per molte ora con la schiena steccata dallo schienale
• Non usare spesso tacchi molto alti (altera la curvatura della colonna e crea una tensione
continua)
• Se si lavora molte ora alla scrivania, passeggiare ogni tanto
• È bene svolgere attività fisica mirata
L’attività fisica ci viene in aiuto sotto diverse forme, alcune più conosciute e forse già praticate. Mi sento però di da darvi un’indicazione rispetto all’affidamento. Cercate sempre istruttori esperti sia che pratichiate yoga, Pilates o ginnastica posturale, in modo che possano consigliarvi i movimenti adatti e quelli di rinforzo.
Nello Yoga ad esempio molte sequenze posturali (asana) sono praticabili a più livelli di intensità, e possono quindi sostituirsi a secondo della necessità. Così come in palestra vi faranno evitare pesi, manubri e tutto ciò che prevede salti e saltelli.
Riguardo al nuoto evitate lo stile libero. Di seguito vi descrivo alcune posture yogiche utili a rilassare le tensioni localizzate, migliorare il
dolore cervicale donando flessibilità al collo, ai muscoli e alle vertebre annessi.
MUDHASANA, posizione del bambino.
Mettetevi in ginocchio sul tappetino e sedetevi con i glutei sui talloni. Piegatevi in avanti fino ad appoggiare la fronte a terra senza staccare i glutei dai talloni. Posizionate le mani lungo i fianchi con i palmi rivolti verso l’alto. Rilassatevi, respirate profondamente per 3 minuti (inizialmente anche solo per 6 respirazioni complete) sentendo che l’addome si gonfia e si espande la schiena.
UTTANASANA, piegamento in avanti
Gambe leggermente divaricate e morbide (un po’ piegate). Espirando piegate il busto in avanti, lentamente fino ad appoggiare le mani a terra o alle caviglie, lo sguardo è verso l’alto. Espirando piegate i gomiti e portate il busto verso il basso con la testa tra le gambe. Abbandonatevi e
inspirate ed espirate per 5/10 volte.
MARJARIASANA, posizione del gatto
Mettetevi a quattro zampe, mani sotto le spalle alla stessa larghezza, ginocchia sotto il bacino e larghe quanto i fianchi. Inspirando inarcate la schiena verso il basso e guardate verso l’alto, tenete distanza tra spalle e orecchie. Espirando inarcate facendo una specie di gobba, la testa segue e guarda verso l’ombelico. I movimenti per inarcare partono sempre dal bacino. Se chiudete gli occhi potete visualizzare il movimento della colonna. Ripetete lentamente più volte sempre seguendo il ritmo del respiro. Quest’asana in particolare
allevia il dolore cervicale.
Un’altra possibilità di prevenzione o di sollievo in fase acuta ci viene dalle tecniche di massaggio:
• Classiche
• Orientali
• Ayurvediche
L’ayurvedico con l’ausilio curativo degli oli ed essenze, è sicuramente molto appropriato. A questo proposito molto utile l’olio di arnica. Potete preparare il vostro olio seguendo queste indicazioni:
• 10 gtt di olio essenziale al rosmarino
• 5 gtt di olio essenziale al basilico
• 3 gtt di olio essenziale di lavanda
• 2 chiodi di garofano ben pestati (a piacere)
• 30 ml di olio di mandorla e sesamo (più scaldante, lo preferisco per queste problematiche)
Mescolare insieme gli ingredienti ed utilizzare la preparazione eseguendo un massaggio molto dolce. Di seguito vi indicherò alcune manovre di automassaggio sull’onda dell’obiettivo della rubrica OJAS che vuole portare nelle vostre giornate piccoli momenti di autocura da dedicare al vostro corpo, per il vostro benessere, oltre ad acquisire un bagaglio di rimedi facile e semplici da mettere in campo nel momento del bisogno.
Vi sono anche in commercio delle buone pomate con una buona concentrazione di Artiglio dal diavolo, ottimo anche per strappi muscolari.
A volte nelle pomate è presente la Boswellia Serrata con alta azione antinfiammatoria. È possibile assumerla anche come fitoterapico, ma come molti preparati adatti a questa affezione (es: liquirizia, ananas), non è consigliabile il fai da te, ma il consiglio di un esperto per evitare di assumere a lungo un rimedio naturale, soprattutto nel caso dell’ARTIGLIO DEL DIAVOLO, che può dare lesioni gastroduodenali, quindi sconsigliato in pazienti
con ulcera o patologie infiammatorie del tratto gastrointestinale.
Come eseguire il massaggio:
L’auto massaggio può essere svolto ovunque, dona sollievo ma può anche essere utilizzato per sciogliere le tensioni accumulate durante il girono, quindi da fruire anche in modo preventivo. Inoltre ci aiuta a migliorare la conoscenze del nostro corpo.
Iniziate cercando di lasciar andare i pensieri, concentratevi sulla respirazione e sulle sensazioni che giungono dal vostro corpo.
1.Posizionate le braccia lungo il corpo, rilassatevi. Portate le mani dietro il collo ed esercitate una leggera pressione con le dita dall’alto verso le spalle, accompagnate con un leggero dondolio del capo a destra e sinistra.
2.Portate la mano destra dietro il collo, afferratene il retro poi massaggiatelo effettuando delle pressioni e reclinando indietro il capo (la testa va abbassata all’indietro immaginando di sostenere una pallina della grandezza di quella da tennis, in questo modo non si comprimeranno le vertebre cervicali e non si reclinerà troppo il capo).
3.Portate entrambe le mani dietro al collo e pizzicatevi la zona cervicale, scendete anche un po’ lungo i trapezi, dà molto sollievo.
4.Con le nocche massaggiate delicatamente la parte posteriore ma anche la frontale del collo.
5.Con entrambe le mani picchiettatevi, con colpetti leggeri e rapidi il collo e le spalle, davanti e dietro.
6.Massaggiate la spalla destra con la mano sinistra. Partite dalla base del cranio, scendete sul lato del collo, sulle spalle fino al gomito. Ripetete per almeno tre volte poi passate dalla parte opposta.
7.Con le mani strizzate e rilasciate i muscoli delle spalle per qualche minuto, poi procedete con le braccia.
8.Chiudete la mano destra a pugno ma non tenete il polso rigido e colpite ritmicamente la spalla sinistra. Poi a destra. In fine sciogliete la posizione e ascoltate la sensazione proveniente dalla zona trattata.
9.Sciogliete le spalle facendo rotazioni delle spalle avanti e indietro.
Potete inserire nella vostra routine giornaliera preventiva prima le asana yoga proposte e poi l’automassaggio.
Utile e preventiva è anche la riflessologia plantare. Terapia orientale che riflette sul piede ogni zona del corpo umano. Trattando un determinato punto del piede si interviene sugli organi corrispondenti. Per quanto riguarda la zona cervicale osserviamo il tratto interno del piede partendo dalla metà dell’alluce fino al tallone. Qui è rappresentata l’intera colonna. Le vertebre cervicali sono sotto l’alluce. Possiamo esercitare in questa zona inizialmente delicate pressioni, poi in modo più marcato.
Un’altra tecnica messa punto negli anni 80 da un agopuntore vietnamita è la riflessologia facciale che sta prendendo piede da alcuni anni anche in Italia. Massaggiando le zone riflesse del viso si trattano le varie parti del corpo.
La colonna vertebrale corrisponde alla linea del setto nasale. Potete sperimentare alcuni piccoli massaggi.
Rilassatevi e con le nocche dei pollici sfiorate il bordo superiore della fronte e l’attaccatura dei capelli, dal centro verso l’estremità. Proseguite in verticale fino alle orecchie. Sfiorate intorno al naso sempre eseguendo gli stessi movimenti, sia lungo la linea del naso che in prossimità delle
narici. Dal naso tracciate due linee curve che si separano seguendo le sopracciglia. Ripetete questi movimenti per 20 volte, senza trattenere il respiro.
Prima di concludere desidero dare alcune informazioni sulla cervicalgia vista dal punto di vista psicosomatico.
Il rachide cervicale e i suoi muscoli non sostengono solo meccanicamente il capo ma anche ciò di cui il cervello è contenitore: pensieri, impegno mentale, preoccupazione, progettualità, paure…
Tutto ciò grava sulla colonna come i pesi concreti. I muscoli cervicali si contraggono per sostenere con forza tutto ciò e non fare sbilanciare la testa. Il detto popolare “tenere la testa sul collo” richiama ad un controllo sugli istinti ed emozioni che potrebbero “far perdere la testa “.
Il senso di responsabilità verso se stessi e gli altri. Essere seri, affidabili, mantenere la parola data.
Tutte virtù encomiabili se praticate con equilibrio. L’eccesso di zelo può acutizzare i disturbi a livello cervicale che possono nascere da un sovraccarico di contenuti mentali, legati proprio al rigore e al senso di responsabilità. Non a caso la prima vertebra che sostiene la testa, prende il
nome di “Atlante”, il titano mitologico condannato a sostenere su di sé l’intero peso del mondo. Il dolore della cervicalgia può insorgere non solo quando c’è un sovraccarico di attività mentale, ma anche quando la vita porta emozioni troppo forti per il filtro mentale. Il dolore è espressione
della grande fatica a mantenere questo precario equilibrio e della necessità di un cambiamento “della postura esistenziale”.
Anche quando si scatena per motivi di posizioni a lungo mantenute, l’atteggiamento di vita riflette una predilezione per le attività mentali. Nel caso dell’artrosi la rigidità di tale modalità si è così protratta nel tempo da dare danni strutturali.
Persone più a rischio:
• Studenti
• Persone emotive e molto controllate
• Persone che temono i cambiamenti, disturbi del sonno o disturbi d’ansia
• Chi si sobbarca di lavoro altrui
• Chi segue un rigore interiore di morale e perfezione
• Persone protratte al raggiungimento senza tregua di nuovi obiettivi
Ovviamente non si tratta di diventare persone scriteriate, senza obiettivi ma l’eccesso di rigidità
non giova.
Ho posto il focus anche sull’aspetto psicosomatico con la convinzione che i suggerimenti citati
nella prima parte potranno essere efficaci a patto che si contengano, se non addirittura si
riducano, i propri impegni soprattutto mentali e si prenda coscienza dell’attuare uno stato più
consono alla propria natura, dove le cure e il riposo sono necessarie per un recupero stabile,
graduale e delicato.
Grazie per l’attenzione. Un saluto a tutte le lettrici ed i lettori